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19 Marzo 2024
Ultima pubblicazione: 19 marzo 2024 11:26:43
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AVELLINO – DROGA ALL’INTERNO DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI DELLA CITTA’. (VIDEO)

Nella mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di Avellino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure coercitive emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Avellino su richiesta della locale Procura della Repubblica a carico di quattro giovani per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il G.I.P. ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari per i quattro indagati (tre dei quali incensurati). Si tratta di un 19enne, un 20enne ed un 28enne di Avellino, nonché un 19enne di Pietradefusi.

L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino e sviluppata dai Carabinieri della Stazione di Avellino, ha la sua genesi nel febbraio del 2018, con l’arresto di un giovane di Avellino. Lo stesso è stato ritenuto responsabile dei reati di sequestro di persona, estorsione, lesioni personali, furto e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. L’aggravante è di essersi avvalso, nella consumazione del reato, della collaborazione di un minorenne. Nel corso della perquisizione domiciliare i Carabinieri hanno rinvenuto dei “pizzini” con vari nomi e importi di denaro, nonché località di spaccio e tipologia di stupefacente (principalmente hashish).

Come sono avvenuti gli accertamenti

Gli accertamenti sono proseguiti con attività tecniche. Acquisizione di riscontri oggettivi mediante servizi di osservazione, pedinamento e controllo. Sequestro di sostanza stupefacente oggetto di cessioni e l’assunzione di informazioni da parte degli assuntori, che hanno consentito di acquisire gli elementi indiziari ed il modus operandi dei pusher. Questi non hanno esitato a minacciare i clienti nel caso in cui tardassero con il pagamento.

Cosa si è scoperto dall’indagine

L’indagine si è rivelata subito proficua poiché ha consentito di acquisire numerose conversazioni e messaggi finalizzati allo spaccio di droga. Dalle intercettazioni è emerso il linguaggio criptico utilizzato previo accordo con gli interlocutori (“pizza”, “giubbini”, “joystick”, “cioccolata”, ….) per celare l’illecita attività di spaccio. Questa avveniva generalmente nei pressi di istituti scolastici, a diversi soggetti minorenni ed anche con l’impiego di un minore quale intermediario. Contestate le aggravanti (di cui all’articolo 80 comma 1 lett. a, b e c del D.P.R. 309/90) per lo spaccio in prossimità e all’interno di istituti scolastici, nei confronti di minori e per aver impiegato nell’attività di spaccio un minore.

L’attività condotta dai Carabinieri ha permesso di dimostrare che le condotte criminose dei quattro indagati non possono essere considerate occasionali. Nonostante la giovane età, hanno denotato una spiccata capacità a delinquere. In considerazione dell’elevato numero di “clienti”, dell’utilizzo di un linguaggio convenzionale nelle conversazioni intercettate, del quantitativo ingente ceduto (tenuto conto della pluralità di cessioni operate e dell’elevato numero di destinatari) e della possibilità di rifornirsi sistematicamente e con continuità nel tempo.

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Giuseppe Vincenzo Battista

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