
Sport e cultura, la visione di Claudio Vecchione. Atripalda Bene Comune.
Uno sguardo a tutto tondo…..tra sport e cultura.
Mi piace pensare che in un futuro non molto lontano il mio paese possa diventare una fucina di grandi sportivi e menti eccelse. Ai più verrebbe da dire: “ma sogni o sei desto?”.
Ma si sa che spesso i sogni sono fatti per essere trasportati in una dimensione reale.
Sport e Cultura in un paese civile camminano a braccetto e a dimostrazione di ciò tra qualche mese entrerà a far parte anche nella vita scolastica primaria del nostro paese la disciplina dell’educazione fisica, mirata a favorire lo sviluppo della pratica fisica e sportiva già nei bambini.
È logico arrivare alla conclusione che se non ci sono strutture scolastiche con annessi impianti sportivi adeguati, corriamo il rischio di confermare lo status di paese “addormentato” che ha caratterizzato lo sviluppo economico e sociale di questi anni.
Il serio quesito che mi pongo è incentrato esclusivamente sullo stato di salute delle strutture scolastiche del paese che in considerazione della gestione a dir poco “superficiale” e “fallimentare” di queste ultime amministrazioni mi induce a pensare che la strada sarà ancora lunga e tortuosa.
Un esempio su tutti è il rigetto del progetto di ricostruzione della scuola di via Manfredi da parte della regione, dove l’attuale amministrazione si è dimostrata “inesperta” o sarebbe meglio dire “incapace” nell’accedere ai fondi necessari.
E a proposito dell’attuale amministrazione, da quando si apprende ha già in tasca il finanziamento per i lavori di adeguamento antisismico con efficientamento energetico della Masi, ma sarà “vera verità” o siamo di fronte dell’ennesimo annuncio flop del finanziamento “fantasma” del progetto della soppressione del passaggio a livello di via Appia ?
Non dimentichiamoci poi della struttura di Rampa San Pasquale che oggi è un pugno allo stomaco di chi come me ha trascorso gli anni dell’infanzia in quelle aule.
Oggi è purtroppo uno “scheletro” abbandonato e vandalizzato e che nonostante le promesse di questa amministrazione e della precedente non ha mai avuto la possibilità di essere “recuperato” al patrimonio storico e culturale del nostro paese; un’ idea sarebbe quella di costruire una struttura a servizio del sociale, magari con l’aiuto di una “Pro Loco” libera dai soliti balzelli politici.
Un pensiero è d’obbligo spenderlo per lo storico simbolo del commercio del nostro paese: la “Dogana dei Grani” che negli anni è stata depauperata della sua essenza per essere assunta a deposito di qualsivoglia attrezzatura; un’idea sarebbe quella di trasformarlo in un centro di esposizione artistica-culturale in cui far confluire anche la messa in scena di alti esponenti del teatro figurativo e musicale.
Dal punto di vista puramente sportivo il mio pensiero va al nostro famoso stadio comunale “Valleverde” intitolato nel 2014 a Gerardo Aquino non senza polemiche annesse.
Uno stadio, anzi il NOSTRO stadio, luogo di centinaia di battaglie sportive, inagibile da anni e che costringe ad emigrare su altri campi della provincia le squadre del nostro paese; oggi è oggetto di un contributo di € 700mila che conti alla mano non saranno sufficienti a rendere la struttura efficiente e all’avanguardia nel settore; io mi domando non è plausibile una “Cittadella dello Sport” individuando magari un’altra area?
Da anni auspico uno scambio culturale e sportivo integrando il movimento locale con altre realtà, con un ritorno di immagine sia a livello nazionale che europea.
Non mi sembra di essere colui che vuole imprigionare la luna nel pozzo, ma di sicuro occorre un repentino cambio di marcia focalizzando gli sforzi sul reperimento di fondi europei e regionali.
Certo per fare questo occorrerebbe un’amministrazione che funzionasse in tutti i suoi livelli di comando, supportata nel caso specifico da seri ed efficienti profili tecnici e professionali, ricordando che “Atripalda Bene Comune” vuol dire guardare oltre l’orizzonte per investire sul futuro, vuol dire essere attento ai problemi della comunità anteponendo all’interesse dei pochi quello di tutti, vuol dire curare la formazione e le necessità dei giovani, vuol dire reprimere l’istinto “animale” di divorare tutto e subito per dare un futuro migliore alle prossime generazioni.
A questo punto la nostra riflessione è importante perché se non fatta con la giusta attenzione e capacità cognitiva, in quell’urna elettorale il prossimo 12 giugno corriamo il rischio di trovare le ceneri del nostro futuro.

