Ex Conbipel destinatarie di proposta indecente.
Dopo mesi di attesa, a pochi giorni dalla riapertura delle saracinesche, le lavoratrici ex Conbipel hanno ricevuto la proposta di lavoro dal Gruppo Manganaro, offerta che le ha lasciate fortemente scontente.
La montagna ha partorito il topolino, la proposta di un contratto conoscitivo per 1 o 2 mesi e forte scrematura di chi in futuro potrà restare a lavoro.
La scorsa settimana divise in due gruppi le ragazze sono state convocate a colloquio, mercoledì le prime quattro e il giorno successivo le restanti cinque.
L’incontro è avvenuto in un noto bar di via Appia alla presenza di un addetto alla selezione del personale ed una delle figure che affiancherà le ragazze per istruirle nell’operatività quotidiana.
Anche questo esporre in un luogo pubblico discussioni private ha lasciato molta perplessità. All’interno della struttura ex Conbipel c’erano spazi idonei per evitare di far assistere gli avventori del bar.
Il colloquio ha fatto emergere per tutte le ragazze una richiesta inaccettabile.
Oltre il contratto di prova, che non dà alcuna garanzia, è giunta la richiesta tassativa di procedere al licenziamento dalla precedente posizione lavorativa.
Non si accetta la sospensione della cassa integrazione che attualmente ricevono.
Questa eventualità farebbe perdere i requisiti per accedere alla Naspi in caso di non assunzione al termine del periodo di prova.
Infatti uno dei requisiti per accedervi è avere almeno 13 settimane di contributi versati nei 4 anni precedenti alla messa in disoccupazione.
L’anzianità di servizio in Conbipel garantisce a tutte quest’opportunità, mentre con il nuovo contratto del Gruppo M si raggiungerebbero al più 8 settimane.
“Con le ex nove dipendenti Conbipel non ci sono assolutamente problemi o difficoltà di sorta, siamo pronti ad assumerle” questo dichiarava al settimanale Il Sabato Domenico Manganaro patron del gruppo lo scorso 13 settembre.
La realtà si è rivelata ben differente e ad oggi se non cambierà qualcosa, è stata servita la classica minestra che invoglia a buttarsi dalla finestra, più che a mangiarla.
Perdere due anni di Naspi in cambio di un mese di lavoro e nessuna certezza di assunzione non sembra per niente conveniente, il sospetto è che si sia trovato un modo per farsi dire di no.
Altro aspetto poco chiaro della vicenda è stato il ruolo della politica, il sindaco Paolo Spagnuolo ha professato vicinanza e promesso impegno nell’aiutare le lavoratrici a trovare una soluzione.
Nell’ultimo consiglio comunale alla sollecitazione delle opposizioni nel ricevere notizie ha sorvolato l’argomento.
Un pò di tempo fa ci è giunta voce di colloqui ad altre possibili candidate svolte all’interno del Municipio.
Oggi veniamo a sapere che l’ex titolare di un negozio di abbigliamento di Atripalda, sia stata vista impegnata all’allestimento nella struttura al parco commerciale Appia.
Facendo due più due si può pensar male, ma è facile ci si azzecchi; la realtà sembra proprio che si sia giocato sulle speranze delle lavoratrici e che altre convenienze siano intervenute a segnare il destino delle malcapitate.