Scientificamente, la vitamina D è conosciuta per il ruolo positivo che svolge nell’assorbimento del calcio e per il benessere delle ossa ma, in realtà le sue funzioni sono molto più ampie in quanto contribuisce a salvaguardare la nostra risposta immunitaria, la salute cardiovascolare e il diabete.
In molti i Paesi del mondo, Italia compresa, si registra una diffusa condizione di insufficienza, di deficienza o grave carenza di questo fondamentale micronutriente e questo vale per persone di ogni età e di qualsiasi estrazione sociale a causa di non corrette abitudini alimentari e inadeguati stili di vita.
Forse ora potrebbe essere utile più che mai.
COME ASSUMERE ORMONI INTEGRATIVI
Prima di tutto, ora in piena estate, è possibile facilitare questo importante processo di produzione ormonale, che avviene attraverso la cute per circa l’85%, attraverso una sufficiente esposizione ai raggi solari.
I raggi del sole sono la fonte da cui il nostro organismo attinge e sintetizza questo ormone ma, nel caso in cui non sia possibile l’esposizione ai raggi solari, vi sono altre modalità di assunzione ormonale integrativa. O conducendo un particolare tipo di alimentazione o attraverso l’assunzione di capsule per via orale.
Le giornate più lunghe e il tempo trascorso all’aria aperta possono agevolare il nostro organismo ad attingere e sintetizzare questo ormone fondamentale per la nostra salute. Ma, oltre al sole, per fare scorta di Vitamina D viene in nostro soccorso l’alimentazione, visto che essa è contenuta soprattutto in alcuni pesci, oltre che in verdure verdi, latte e derivati, uova e fegato.
In mancanza di queste possibilità, ad esempio nei mesi invernali, è possibile assumerla attraverso integratori per via orale per non deprimere le sue attività benefiche in vari tessuti come lo scheletro, le ghiandole paratiroidee e i tessuti riproduttivi.
COME REGOLARE LA VITAMINA D
Il 70% della popolazione italiana è sotto i livelli minimi di vitamina D. Ma attenzione, la vitamina D va assunta solo quando ne è dimostrata la carenza.
Quindi, il primo passo da compiere è controllarne il valore nel nostro sangue, procedendo ad accertamenti attraverso il 25 (OH) D test, chiamato anche 25-idrossivitamina D.
Attualmente il livello ottimale di vitamina D è stato quantificato in un range che va dai 40-70 ng/ml. La ricerca suggerisce che un adulto di media corporatura con bassi livelli di vitamina D nel sangue ha bisogno di assumere 8.000 IU di vitamina D al giorno, al fine di riequilibrare il livello “salutare”.
VITAMINA D, MELATONINA E INFERTILITÀ
Per quanto riguarda l’infertilità, essa può essere una condizione molto più complessa dove entrano in campo una serie di fattori che determinano la condizione patologica, ma la regolazione di questo importante ormone gioca un ruolo chiave nella regolazione del ciclo riproduttivo.
Molte ricerche hanno evidenziato gli effetti della vitamina D sui risultati di percorsi di fecondazione in vitro, su condizioni patologiche come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), sull’endometriosi e sulla qualità del liquido seminale (numero, motilità e morfologia degli spermatozoi).
Un altro ormone che influenza la fertilità femminile è la melatonina, una sostanza naturale lipofila prodotta e secreta nel nostro organismo principalmente dalla ghiandola pineale (epifisi). Una volta prodotta la Melatonina viene rilasciata in circolo e va ad agire sui suoi recettori specifici, scatenando diversi meccanismi cellulari.
Con l’avanzare dell’età, la produzione di melatonina diminuisce. Di conseguenza la sua concentrazione plasmatica. Il risultato? Una diminuzione della qualità e nella durata del sonno, frequenti risvegli nella notte e risvegli precoci al mattino.
Ma la Melatonina è particolarmente utile anche alla salute riproduttiva. Questo perché è capace di regolare il ciclo mestruale e, conseguentemente, condurre ad un calcolo dell’ovulazione più preciso.
La melatonina svolge la funzione di proteggere le ovaie dallo stress ossidativo grazie alle proprietà di regolazione “sonno/veglia”. Ma è, certamente, fondamentale per rallentare l’invecchiamento, conservando più a lungo la qualità degli spermatozoi e dei follicoli.
Non meno importante, il fatto che abbia degli effetti positivi anche nelle donne che soffrono di sindrome dell’ovaio policistico (PCOS). Uno studio, pubblicato sulla rivista Reproductive Sciences, ne documenta proprio l’attività antiossidante.
E, se il concepimento naturale, fosse il nostro obiettivo primario, occorre… continua a leggere
Dr.ssa Chiara Granato
Biologa della Riproduzione
www.chiaragranato.it