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19 Marzo 2024
Ultima pubblicazione: 19 marzo 2024 11:26:43
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Salute

RAGGI ULTRAVIOLETTI RENDONO INATTIVO COVID

Raggi ultravioletti rendono inattivo il Covid-19.

Sembra proprio che il potere germicida dei raggi ultravioletti sia in grado di rendere inattivo il Covid-19. 

L’irraggiamento solare avrebbe la capacità di neutralizzare il virus nelle goccioline di saliva, i famosi “droplet”, che sono fonte di diffusione del contagio. 

A confermarlo uno studio sperimentale multidisciplinare effettuato da un gruppo di ricercatori, tra cui immunologi e astrofisici, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Università Statale di Milano, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi. 

Come si è svolto lo studio? 

L’esperimento svolto dai ricercatori è consistito nel far crescere il virus in goccioline acquose in sospensione e poi esporle all’irraggiamento. 

Le goccioline contenenti diverse cariche virali, dalla più leggera che può essere paragonata a quella di un paziente asintomatico, alla più potente quella presente in un paziente in fin di vita per polmonite da Covid– 19, sono state sottoposte a raggi ultravioletti. 

Cosa si è scoperto? 

Come sappiamo il Sole invia sulla Terra i fotoni sotto tre lunghezze d’onda di raggi ultravioletti: Uv–A, Uv– B, Uv–C. Questi ultimi non arrivano sulla Terra perché bloccati dall’ozono nell’atmosfera ma che vengono usati ad esempio nelle lampade per la igienizzazione degli acquari. 

L’esperimento è stato svolto per tutte e tre le tipologie di raggi ultravioletti e tutte e tre hanno dimostrato la loro capacità di inattivare il virus. 

Questo spiegherebbe perché la pandemia da COVID-19 si sia sviluppata con più potenza nell’emisfero nord della Terra durante i primi mesi dell’anno e ora stia spostando il proprio picco nei Paesi dell’emisfero sud, dove sta già iniziando l’inverno, attenuandosi invece nell’emisfero nord. 

A questo proposito Mario Clerici, docente di Immunologia all’Università di Milano e direttore scientifico del presidio Irccs Santa Maria Nascente della Fondazione Don Gnocchi, ha affermato che: 

“dal confronto effettuato tra i dati dell’irraggiamento solare in 246 Paesi del mondo tra il 15 gennaio e il 30 maggio, raccolti dall’agenzia Temis, e quelli della prevalenza di infezione da Sars–CoV–2 diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità, abbiamo visto che c’è una relazione quasi perfetta tra i due dati. 

Al crescere dell’irraggiamento solare diminuisce il numero di nuovi contagi. 

Ovviamente incidono anche le misure di contenimento adottate (distanziamento, mascherine, eccetera), ma gli astrofisici hanno rilevato che il fattore che fa veramente la differenza è la quantità di raggi solari che arrivano sulla Terra”. 

Ciò significa allora che in autunno il virus potrebbe tonare? 

Sul futuro come puntualizza Clerici, è difficile fare previsioni: 

“Non possiamo dire se il virus tornerà o meno. La Sars 1 è scomparsa, la Mers no.

È possibile che in autunno da noi aumentino i casi, ma siamo molto più preparati ad affrontare il contagio di quanto sia stato a febbraio– marzo”.

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