Molte donne quando decidono di avvalersi di metodiche di procreazione assistita, si chiedono spesso quale sia l’età per la PMA entro la quale sia ancora possibile fruire del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Ad oggi, non è possibile dare una risposta univoca. Questo perché il legislatore ha considerato di demandare alle Regioni, competenti in materia di salute, il compito di stabilire i “limiti anagrafici”, in modo diverso ed indipendente.
E, a rendere ancora più confuso il quadro, sono le modifiche ed i rimaneggiamenti compiuti sulla Legge 40.

Nel testo della legge si norma solo che la donna deve essere in “età potenzialmente fertile”.
Quindi anche le indicazioni, desumibili dalla Conferenza delle Regioni, circa l’età di 43 anni, sia per le tecniche omologhe che eterologhe, sono da considerarsi approssimative e talvolta fuorvianti.
Ogni Regione rimane, per legge, competente a determinarne gli ambiti di applicazione e si auto-regolamenta con limiti d’età diversi.
Ogni Regione, infatti, adotta differenti limiti di età per la PMA come anche per il numero massimo di tentativi (cicli). Si parte dai 42 anni ed un massimo di 3 cicli, in Umbria, fino ai 50 anni ed un massimo di 6 cicli in Veneto.
Per altre informazioni dettagliate sui limiti adottati nelle diverse regioni, scorri la tabella.
L’ETÀ PER LA PMA IN CAMPANIA E L’AGGIORNAMENTO DEI LEA
Nella regione dove risiedo, la Campania, dal 2019, con Decreto n.21 del 4/02/19, si recepiscono i criteri di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa e le condizioni di erogabilità previste dai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
E, inoltre, si stabilisce che le coppie, con problemi di infertilità, possono rivolgersi al Servizio pubblico che garantisce l’accesso alla PMA alle donne fino al 46° anno di età e per un massimo di 6 cicli di trattamento.
Vengono garantiti, già nel decreto, anche efficienza ed un alto livello di competenza.
Dal 2017, le tecniche di PMA sono state inserite nei LEA per garantire un’erogazione egualitaria su tutto il territorio nazionale.
Queste condizioni, in realtà, non venivano, fino ad oggi, applicate a causa della mancata approvazione del decreto tariffe. Con la conseguenza che le Regioni prive di risorse economiche adeguate e strutture organizzate (in particolare quelle del Sud) non hanno potuto procedere all’attivazione dei criteri erogativi sanciti con i nuovi LEA.

La svolta positiva è stata annunciata il 19 Aprile del 2023.
Le nuove tariffe, dunque, entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024 per quanto concerne l’assistenza specialistica ambulatoriale e dal 1° aprile 2024 per quanto concerne l’assistenza protesica.
Tutti i cittadini, superando le disomogeneità assistenziali potranno finalmente usufruire, in ogni area della Nazione, di prestazioni al passo con le acquisizioni medico scientifiche ormai consolidate, con effetti positivi anche in termini di contenimento della mobilità sanitaria. – Ministro Orazio Schillaci
A questo punto, sembrerebbe permanere il solo problema delle lunghe liste di attesa dovuto ad un’eccessiva richiesta. A maggior ragione, per quelle regioni che hanno ampliato i limiti di accesso.
Ma in realtà non è proprio così. Perché nel Decreto inviato lo scorso Settembre del 2022, mancano le indicazioni delle effettive coperture economiche per ogni fase del procedimento di procreazione medicalmente assistita. E, inoltre, sono escluse dal documento le indagini diagnostiche preimpianto sull’embrione.
L’ETÀ PER LA PMA NEI CENTRI PRIVATI
Per quanto riguarda i centri privati, come quello di cui faccio parte, ciascuna equipe specializzata non può che valutare la situazione individuale della coppia, dopo aver analizzato accuratamente i risultati degli esami.
Solo allora può consigliare il percorso più adatto a seconda delle necessità individuali.
Certamente la procedura di accesso alle tecniche, di qualsiasi livello, è più veloce ed efficace. L’inizio della terapia, molto spesso, avviene in … continua la lettura
Dr.ssa Chiara Granato
Biologa della Riproduzione
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