Alla base di una consulenza integrata vi è un processo di tipo informativo. Un processo che punta a far conoscere, innanzitutto, le caratteristiche funzionali della propria capacità fertile.
L’infertilità, oggi, è un problema più diffuso di quanto si pensi. E nascondere il problema, prima di tutto a sé stessi, ritardando una visita specialistica non può che peggiorare le cose.
QUANDO RICORRERE ALLA PMA? LA CONSULENZA INTEGRATA
Certo, la procreazione medicalmente assistita è un percorso che ha un costo emotivo gravoso per i pazienti. Porta le persone a chiudersi, isolarsi, a nascondere il problema agli stessi familiari.
Come se non bastasse, mette profondamente in discussione lo stesso rapporto di coppia a causa del peso psicologico e del principio della gradualità delle tecniche.
E considerando che l’universo dell’offerta terapeutica degli oltre 300 centri di fecondazione generi, spesso, un disorientamento delle coppie, essere seguiti con costanza e attenzione rimane un obiettivo di primaria importanza.
La consulenza integrata, dunque, è un metodo essenziale che concorre a definire un processo circolare che va dall’informazione all’orientamento, dall’assistenza nell’iter diagnostico e terapeutico fino al supporto emotivo finalizzato all’ottenimento della gravidanza.
I professionisti della riproduzione devono, assolutamente, preparare anche a questi momenti le coppie, perché possano superarli attraverso la condivisione completa dell’impegno che li attende. A maggior ragione quando occorre prenotarsi tenendo in conto lunghe liste di attesa.
LA CONSULENZA INTEGRATA PER SCEGLIERE LA TECNICA GIUSTA
Nell’arco degli anni in cui mi sono dedicata a questa professione, ho cercato di creare dei macro-profili per individuare tratti comuni.
Non è possibile applicare una logica a variabili comuni perché nessuna coppia è come un’altra.
Non esiste, dunque, in assoluto, una tecnica migliore ma, semplicemente, quella più idonea al quadro clinico specifico di ogni coppia.
Nell’ambito della PMA il tasso di successo delle diverse tecniche diminuisce con l’aumentare dell’età della coppia, con percentuali spesso molto eterogenee a seconda dei casi trattati, ma in maniera talmente significativa da poter considerare l’età materna come il fattore predittivo più importante in termini di riuscita delle terapie stesse.
Ma, i fattori che devono guidare uno specialista in infertilità nella scelta del protocollo terapeutico migliore, in termini di possibilità di successo, sono diversi, e sono i cosiddetti indicatori di riserva ovarica.
Infatti, sebbene l’età anagrafica sia un fattore importante nel predire la risposta al trattamento di PMA, l’età biologica è sicuramente un fattore più accurato.
Per saperne di più sulla valutazione del quadro clinico di ogni coppia sia a livello ecografico che ormonale sia sulla riserva follicolare e sulla capacità riproduttiva oppure sui disturbi avvertiti in seguito ad una diagnosi di infertilità, puoi leggere: https://chiaragranato.it/pma-informazione-e-orientamento/
Dr.ssa Chiara Granato
Biologa della Riproduzione
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Dr.ssa Chiara Granato
Biologa della Riproduzione
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